Da quasi tre stagioni siede sulla panchina del Lentiai, arrivato dopo l’esperienza di Tambre, Cristian Curti non ha sbagliato un colpo: vittoria del campionato di seconda categoria il primo anno (conquista arrivata a 4 giornate dal termine con un + 12 sulla seconda), 6° posto in prima categoria l’anno successivo (miglior piazzamento della storia del calcio Lentiai) e infine la stagione in corso che dopo nove giornate vede i neroverdi a 3 punti dalla vetta della classifica. Parliamo di uno dei tecnici più apprezzati del momento, un agordino divenuto un simbolo di Lentiai.
Secondo posto a tre lunghezze dalla capolista con un quarto di campionato alle spalle. Che voto dai al tuo Lentiai?
“I ragazzi si meritano un bel 7, in linea con le sensazioni che mi hanno dato durante la preparazione, poi c’ è molto da lavorare per migliorarlo. Alla società invece do un 8 pieno. Quest’ anno ha fatto passi da gigante a livello organizzativo, a Lentiai non manca proprio nulla”.
Da tre anni continui a collezionare soddisfazioni su questa panchina. Qual è il segreto di questo feeling così solido e soddisfacente?
“Il rapporto di fiducia tra lo staff e la società è la base di tutto, ti permette di superare senza ansie i momenti di difficoltà. Si è creato feeling anche con gli attuali Ds Christian Dal Piva e Max Casanova, con quest’ ultimo lavoriamo assieme da tre anni e vediamo il calcio allo stesso modo. Hanno fatto un gran lavoro quest’ estate e continuano a farlo anche ora”.
Nell’anno in cui le bellunesi di prima faticano, il Lentiai sembra poter essere una protagonista per il titolo finale.
Accostamento che pesa o suggestione che ti galvanizza ?
“Pretendenti alla vittoria finale non credo, ci sono almeno tre squadre più attrezzate di noi. E sono convinto che Fiori Barp e Schiara, superate le difficoltà iniziali, faranno molti punti. Ma non nascondo che ci piacerebbe molto raggiungere i playoff”.
Possiamo dire che il successo mediatico come allenatore sia arrivato dopo la retrocessione con il Tambre. Eppure tutti riconosco le tue qualità e capacità, perché secondo te un tecnico bellunese fa più fatica di altri ad emergere?
“Grazie per i complimenti ma non esageriamo. Più che bellunese direi che pesa essere agordino. Gli allenatori delle vallate bellunesi sono penalizzati, sia a livello logistico che di relazioni sociali con le realtà calcistiche della provincia. Me ne sono reso conto dopo tre anni nel feltrino. Inoltre le panchine sono molte meno rispetto, per esempio, alla provincia di Treviso. Aver allenato quattro anni in Val Badia mi aveva poi fatto uscire dalla memoria dei dirigenti bellunesi. Devo ringraziare Mattia Capraro che mi ha riportato in provincia, anche se l’avventura a Tambre non si è conclusa bene”
Come fai a trovare gli stimoli necessari di anno in anno? Soprattutto se fatto con la stessa squadra.
“Ogni anno a dicembre decido che è l’ultima stagione…poi si raggiungono gli obiettivi e a maggio cambio sempre idea. In realtà a Lentiai sono 6 i giocatori presenti dal primo anno, sono cambiati i 3/4 della rosa. È uno stimolo ogni anno partire con 9/10 giocatori nuovi, e soprattutto è uno stimolo provare a migliorare ogni anno”.
Come arrivate alla trasferta di Ponzano?
“La sconfitta di Cison ha messo in discussione le nostre certezze, le ultime due domeniche ci hanno rimesso sulla retta via, direi che ci arriviamo convinti di fare bene”.
Se fossi un giocatore, descrivi un pregio ed un difetto di mister Curti
“Il difetto…ogni tanto mi si “chiude la vena”, la maturità non ha completamente smussato questo spigolo del mio carattere. Il pregio…mi piace divertirmi con i miei ragazzi”.
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Intervista e Grafica: Alex De Boni